Porcellini di sant’Antonio

Da Multiperso

Mi fa sentire come un moscerino, o ancor meglio un bacarozzo, o un porcellino di sant’Antonio, di quelli che si appallottolano e si nascondono sotto i sassi piatti e rimangono così disorientati quando sollevi il sasso e si ritrovano investiti dalla luce del sole.
Accanto a me il mare è un animale, immenso. Si muove in continuazione, respira, si sposta, cambia colore, riflette il cielo sopra di sé, o forse è il contrario, perché le nuvole in fondo le crea il mare, e c’è una relazione tra loro, intendo il mare e il cielo, così profonda e misteriosa che né io né i porcellini di sant’Antonio ci possiamo capire nulla. E poi urla, grida, anche di notte, parla, con Dio forse, o forse è lui Dio, chi potrebbe argomentare il contrario? Magari ce l’abbiamo sempre avuto sotto gli occhi e non l’abbiamo mai capito. È questo che mi fa sentire quello che in fondo sono, niente, ma mi do una meta, perché è così che si fa, giusto? Così mi hanno insegnato. Arrivo perciò al faro, quello abbandonato, la vernice rossa e bianca scrostata, il suono del vento che si infila su per le scale, i gradini marciti, che si sgretolano sotto i miei scarponi ma ancora fanno il loro lavoro, mi portano in cima, mi sento così alto, ma è solo un sassolino a punta sulla spiaggia, o uno di quei comignoli che facevo da bambino, lasciando scivolare la sabbia e l’acqua tra le dita. E mi affaccio, e da lassù scorgo il faro nuovo, quello grande, costruito al largo, con la luce gialla e rossa, l’orgoglio di tutti qui, ma il mare non se ne è mai accorto, ne sono certo, come un elefante non si accorgerebbe di una formica aggrappata a una delle centinaia di foglie che inghiotte a occhi chiusi, e la manda giù, senza neanche percepirne il sapore acidulo, ma anche lui quando raggiunge il mare si deve fermare, e al massimo costeggiarlo, come facciamo io e il porcellino di sant’Antonio, camminando sulla sabbia, e io calpesto quella piccola pallina grigia e ne brucio altre, alzando senza ragione le pietre piatte lungo il cammino e l’elefante farebbe lo stesso, ne sono certo, e torno a casa, mi pulisco gli scarponi sullo zerbino e dico sono arrivato fino al faro vecchio e ho guardato il mare. 

Marco Tosi

FONTE: Multiperso